Lo sport è prima di tutto mente

Dott.ssa Sara Di Biase


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saradibiase23@gmail.com

Chi sono

Dott.ssa SARA DI BIASE

Psicologa Psicoterapeuta
 
Laureata in Psicologia Clinica e di Comunità nel 2005 presso l’Università di Firenze, si è specializzata in Psicoterapia Cognitiva nel 2011, presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva SPC. Dal 2005 al 2009, ha collaborato a progetti di ricerca e condotto gruppi di psicoeducazione presso il Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e Biotecnologie dell’Università di Pisa. Nella stessa sede (2010) ha frequentato il Master Universitario di II livello in Psicoterapia Integrata ad Orientamento Interpersonale. Svolge la propria attività clinica presso gli studi medici della Pubblica Assistenza di Arena-Metato (Pisa) e presso gli studi medici del Centro Commerciale Esselunga, via Cisanello (Pisa).

 

Storia del progetto

Sport: una sola parola e, probabilmente, avremo di fronte una sola immagine: un atleta che nuota o pedala o corre ecc...

Immediatamente pensiamo all’allenamento fisico (ripetute lunghe o brevi, sprint, che sviluppano e potenziano al massimo le capacità fisiche e muscolari), alla preparazione tecnica (che coltiva, affina e migliora le abilità tecniche), alla pianificazione della “strategia di gara” da attuare durante una competizione. L’allenamento consente al professionista di migliorare il suo adattamento alle specifiche condizioni richieste per la pratica della propria disciplina sportiva. Ogni azione, però, è legata agli aspetti mentali, agli istinti, alle sensazioni fisiche, alle emozioni, alle credenze che una persona ha; lo sport è prima di tutto e, soprattutto MENTE.

Quante volte si sentono dire frasi: “Non capisco cosa mi sia successo, ero fisicamente al top, ma non c’ero con la testa..!!” oppure “in allenamento viaggio come un treno ma in gara mi spengo..!!” e ancora “ quando sono davanti alla partenza mi blocco!!” ecc..

Dunque, oltre all’allenamento fisico, alla preparazione tecnica e alla pianificazione tattica, per un atleta potrebbe essere fondamentale e necessario, allenare anche la mente, visto che, il più delle volte, questa pare faccia proprio la vera differenza. Ma, è possibile allenare la mente?; la risposta è si. Il mental training o allenamento mentale mira ad addestrare l’atleta a percepire i cambiamenti del proprio organismo durante l’attività fisica e ad usarli a proprio vantaggio, mediante tecniche sia di rilassamento per combattere l’ansia o la paura della gara (ad esempio il Training Autogeno), sia di concentrazione allo scopo di migliorare la performance (ad esempio il Biofeedback).

Gli obiettivi di un mental training sono: imparare a gestire e a controllare la sensazione di fatica durante l’esercizio fisico e le emozioni, in particolare l’ansia prima e durante la gara, aumentare la capacità di attenzione e di concentrazione durante la competizione, ottimizzare la prestazione atletica e aumentare l’autostima.

La letteratura scientifica sull’argomento evidenzia l’efficacia di queste tecniche soprattutto nel breve termine, ma non emergono dati che indichino il mantenimento della loro efficacia nel lungo periodo. Inoltre, se lo scopo di queste metodiche è quello di mirare al controllo e alla gestione degli stati emotivi, tale obiettivo pare andare in contrasto con quanto accade nella “normalità” ovvero con il fatto  che i sentimenti che tutti noi ripetutamente sperimentati sono spesso dolorosi (paura, tristezza, colpa..) e, che su tutto ciò non possiamo avere né controllo né previsione né potere decisionale. Da questo deriva una spontanea reazione insita in ogni persona di fronte alla sofferenza emotiva ovvero tentare in ogni modo di controllarla, eliminarla o allontanarla con il deludente risultato che, spesso, il dolore non solo rimane, ma diventa sempre più intenso ed intereferente. Ecco quindi che gli orientamenti psicologici di tipo cognitivo più recenti focalizzano l’attenzione sui concetti di accettazione dei propri stati emotivi, nel senso di non cercare in ogni modo di contrastarli, e di impegno, ossia la capacità di pianificare e mettere in atto azioni orientate e modulate da valori persoanli, nonostante la presenza di un disagio: detto in altri termini “non aspettare di stare bene per fare ma intanto mettiti in cammino”. E così anche nello sport si può pensare ad un mental training che non miri semplicemente a ridurre, evitare, eliminare e/o a controllare i pensieri e i sentimenti dolorosi, bensì ad accettarli. Accettare significa “fare spazio” al disagio che la vita offre a tutti noi; non vuol dire che questo ci debba piacere e che lo dobbiamo volere; significa imparare ad avere consapevolezza che possiamo agire seppur soffriamo.

La proposta è quella di provare ad allenare la mente insegnando all’atleta che, a prescindere da come si sente e da cosa prova, può, se vuole, muovere braccia e gambe verso la direzione scelta e, il vero viaggio, quello di un migliaio di miglia avrà inizio; il trucco?!

Fare il primo passo!!.

I miei utenti

Il progetto è rivolto a tutti gli atleti, dagli agonisti agli amatori e non solo ai triathleti, ma anche a tutti coloro che hanno un sogno: vincere la propria sfida!